venerdì 25 aprile 2025

La congiura del silenzio

Alla miopia e all'inerzia della parte conscia, che sostanzialmente vuole che non ci sia disturbo nel procedere consueto, risponde e fa contrasto l'iniziativa della parte profonda che non si fa problema nel porre in discussione, nel mettere in crisi, nel dare segnali di malessere interiormente vistosi, apposta vistosi e incisivi perchè non siano ignorati, che toccano punti decisivi, aspetti del modo di essere e del modo di condursi che vanno resi oggetto di presa di coscienza, di riflessione, di verifica attenta, senza veli e reticenze. La congiura del silenzio o meglio del silenziamento e della neutralizzazione della minaccia interiore al quieto vivere e persistere scatta insorabile. Questa controffensiva alla presunta azione nociva e deleteria del malessere interiore, così bollato, anche se non ascoltato e lasciato parlare, anche se non conosciuto in ciò che sa dire e che ha capacità di promuovere, si fa scudo di persuasioni ben nutrite dal cosiddetto buon senso comune, confortate dagli argomenti, che paiono assai seri e affidabili, di scienza pseudoscienza medica e psicologica, pronte a mettere in campo, come fossero certezze, letture in termini di sindromi e di quadri di malattia, con loro catalogazione e etichettatura, giudizi di disfunzionalità, parolina magica che ha sapore di scienza, attribuita a ciò che interiormente scuote, che, anche se scomodo e sofferto, non è senza uno scopo e una appropriatezza e intelligenza nel modo di proporsi, trattato invece come espressione errata, anomala, priva di senso, tutta robaccia da far fuori, di cui sbarazzarsi, a cui trovare rimedio e correzione. Ecco la scienza dell'ignoranza, la scienza della cura che ignora cosa sia la vita interiore, cosa  l'interiorità nel sentire, anche arduo e sofferto, sa e intende dire, la scienza che non cerca di ascoltare e di scoprire, ma che presume di sapere, che pretende di dettare all'interiorità la regola, che poi non è altro che la regola del luogo comune, della difesa a oltranza dell'ordine consueto. Anche le forme di cura che parrebbero le più aperte alla ricerca e alla scoperta, all'indagine e all'ascolto, partendo invece dal presupposto, considerato verità evidente, che non necessita di alcuna verifica, di fatto un a priori saldo e fuori discussione, che ci sia nel malessere il segno di un'alterazione cui va trovata una causa, che avrebbe fatto il danno, che tutt'ora procurerebbe sofferenza, mettono in campo un lavorio di indagine, che con un simile preconcetto, porterà a trovare da qualche parte nella biografia un responsabile, una plausibile causa del presunto disordine, per provare a  metterlo finalmente a tacere, per tentare di risolverlo in quanto tale. Un bell'incastro di preconcetti e di scontati benevoli obiettivi, che in realtà congiurano per respingere, per invalidare e per liquidare come turbamento negativo del presunto sano vivere, come malessere senza altra capacità di dire se non di essere il segno di un guasto, ciò che interiormente di capacità di dire cose importanti e nuove, tutte da imparare a intendere e a capire, ne ha eccome. Così purtroppo va il mondo, sotto l'apparenza del prendersi cura benevolo, sapiente e provvidenziale, finisce per agire la macchina del pregiudizio e dell'imperio dell'ignoranza, che vuole mettersi indosso i panni della scienza. Quando si ha rispetto, quando ci si dà come scopo quello dell'ascolto e della conoscenza del vero, senza  difesa di idee a priori e di interessi preconcetti, quando per propria ricerca interiore si è conosciuto il valore e il senso della vita interiore in tutte le sue espressioni e se ne è compreso lo scopo, si è in grado di dare contributo valido all'incontro fiducioso e al dialogo fecondo dell'altro con la sua interiorità, rispettata e gradualmente compresa nella originalità e nel valore delle sue proposte che, anche se a volte difficili, non sono per questo da silenziare o da correggere e manipolare. E' cosa che purtroppo vasta schiera di curanti non intende e non possiede, avendo paradossalmente la pretesa di dare aiuto, pur senza nulla, per mancati ricerca propria e lavoro su se stessi, conoscere della vita interiore, se non col filtro e con le lenti di teorie e di tecniche studiate e apprese. Che da queste premesse vengano fuori, senza neppure averne consapevolezza, pur con le migliori benevole intenzioni, cure congiura del silenzio e del silenziamento, della manipolazione della vita e della proposta interiore, di cui nulla si sa concepire e dire se non che non giri come dovrebbe,  per saldi principi di luoghi comuni e di teorie varie che, con veste di scienza, nella sostanza li confermano, che tutto questo accada con l'apparenza del dare aiuto, non sorprende. D'altra parte va riconosciuto che  chi cura nella modalità del dare definizione, spiegazioni di cause e di rimedi e soluzioni  a presunta nociva azione, a presunto segno di alterazione e di patologia, attribuiti al malessere interiore, soddisfa le attese principali di chi, investito dal malessere interiore, auspica prima di tutto di mettere a tacere, di trarre sollievo da ciò che, senza tante esitazioni, considera un guasto, un peso doloroso ostile, un ostacolo e una pena di cui liberarsi. Il quadro della congiura del silenzio e del silenziamento e dei suoi partecipanti finisce così per essere completo. Se però, in presenza di malessere e di crisi interiore, si sa rendere riconoscibile una diversa prospettiva, se si sa indicare una diversa strada, quella del dare voce al profondo e del suo ascolto, dell'imparare a comprenderne il linguaggio e la proposta, profondo che col malessere interiore non sta di certo blaterando o procurando molestia e danno, ma che vuole spingere verso la crescita vera, verso la formazione, attraverso un lavoro su se stessi, in unità e con il suo fondamentale apporto, degli strumenti e delle conoscenze necessarie per prendere in mano le guide della propria vita, per non farsi portare e dettare da modelli e da idee prefatte ciò che la propria esperienza e la propria realizzazione dovrebbero perseguire e tradurre e ciò, pretesa la più assurda, che interiormente dovrebbe svolgersi per essere valido, sensato e a norma, le cose possono radicalmente mutare. Con la consapevolezza di ciò che significa per e verso se stesso, con la libertà dunque di scegliere, può esserci, come accade, chi decide di non fare sua la scelta del silenziamento della propria interiorità, ma di percorrere tutt'altra strada.

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