Cercare il filo, il nostro filo interno di scoperta
del senso di ciò che si muove in noi e che nell'intimo ci accade, il filo di un
discorso, il nostro, non inventato, non forzato e non manipolato per stare
dentro quello comune e ritenuto ovvio...il filo che sottende i nostri passi,
anche quelli più dolorosi e ardui. Questo e non altro la sofferta esperienza
intima cerca e insegue, spesso incompresa. Intesa e trattata come malattia,
come anomalo precipitare e oscurarsi di sana fiducia e di voglia di vivere,
equiparata a tante altre descritte e incasellate come depressione nei trattati
di patologia, ridotta a biochimica alterata, da riparare come un meccanismo
guasto, vissuta come minaccia oscura da combattere senza discussione, per
riportare tutto al consueto, un'esperienza interiore così unica, così intima e
pervasiva, non trova ascolto, non è riconosciuta in ciò che vuole in modo così
toccante, anche se doloroso e crudo, dire. Sembra soltanto uno sfacelo, un
venir meno insano, distruttivo e minaccioso, ma... se fa il vuoto, se scava,
se scolora e rende indifferente il mondo, se mutila il sentire, se non gli
permette se non di testimoniare una mancanza e un'impotenza, un senso
di inutilità e di fallimento, una pena infinita, è per far
riconoscere di ogni altra cosa, che non sia il ritrovamento del proprio
filo, l'assenza di valore e l'impraticabilità. Se la propria interiorità
costringe a mettersi allo specchio e mostra di se stessi, pur
dolorosamente, l'inconsistenza e il vuoto, non è per insane disistima e
assenza di calore, ma per fondata pretesa di "essere" e non di
sembrare, di generare il proprio, senza più prese in giro, senza più
compromessi perdenti, cercando e coltivando ciò che abbia dentro se stessi
radice e fondamento vero, che non stia su solo per sostegno, per conferma e per
approvazione esterni. Quanto del modo di procedere abituale e precedente le
fasi di più acuto malessere e sofferenza, quelle di cui chi è interiormente
sofferente è nostalgico e che vorrebbe ricreare, era in realtà così valido e
saldo? Che vita era quella che oggi pare svanire? Quanto c’era di sfilacciato
nella consapevolezza di se stesso, di disunito nel rapporto tra ciò che
l'individuo si rappresentava e si proponeva e ciò che sentiva, quanto
c'era di affidato solo a guida e a supporti esterni? Quanto c’era e quanto
invece radicalmente mancava di ricerca di un filo interno, che unisse, che
facesse vedere la continuità e il senso nella propria personale esperienza?
Quanto a fine giornata si poteva dire d’aver raccolto, compreso o generato e
quanto invece, casomai evitando di pensarci, volgendo lo sguardo sempre
altrove, c’era di inutile, di banale, di impersonale, di raffazzonato, di
valido solo per tirar avanti con espedienti, per inerzia? Il problema
pareva non porsi e non esistere...e però è venuto il giorno in
cui un’interiorità, non certo debole o malata, ha cominciato a rendere più
acutamente sensibile e vistosa la questione dell’assenza...di un filo, di un
costrutto proprio e allora è arrivato il tempo della consapevolezza, dolorosa e
senza sconti e su queste basi il filo vero, non più illusorio, non più
inventato, ha cominciato in realtà ad essere tracciato. Cercare il
filo, il proprio filo interno... nulla è mostruoso, nulla è abnorme
nell'intimo sentire, purchè non lo si squalifichi perchè doloroso,
purchè non gli si contrapponga come regola una normalità cui aderire,
purchè non gli si chieda soltanto di sparire...per far posto a che? A gioia
fittizia, a calcolo e a compiacimento per qualcosa, che simile a quello che
hanno tutti, potrebbe pur bastare? L'impegno di cercarsi sul sentiero
accidentato, di accettare di costruire finalmente e non di rivendicare, di
ritrovare il proprio filo e di tesserlo con onestà e pazienza per farne
tessuto vitale e di pensiero nuovo, proprio e resistente, che non svanisca...per
una vita, la propria vita, che non sia riempita d'altro, ma finalmente del
proprio...questo sì e con l’aiuto giusto è possibile e è risposta consona
all'intimo sentire, a ciò che dice e chiede...e se lo si vuole chiamare cura e
processo di guarigione lo si faccia pure...finalmente queste parole avranno
senso e contenuto seri.
domenica 19 aprile 2020
"Depressione" e ricerca del filo interno
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