lunedì 13 aprile 2020

Cosa vive dentro di noi

Come potrebbe esserci tregua dove tutto, al di là delle apparenze, è irrisolto, dove la forma di vita cui si è attaccati è solo illusoriamente propria?  Paghiamo pegno a una parte di noi stessi, che insopprimibile ci è radicata dentro, intima e profonda, il cui "difetto" è di veder chiaro e di spingere tutto l'essere a vedere chiaro, bucando le illusioni, una parte che non collabora a chiudere il cerchio dell'inconsapevolezza. Se rischia di andare persa la comprensione del senso della nostra vita, prima di tutto la chiara visione di come procediamo, senza omissioni, oscuramenti e  travisamenti di comodo, se in cambio di avere una identità e un senso di valore e di scopo presi in prestito e sostenuti da idee, da modelli e sguardo comuni, c'è la rinuncia a trovare noi stessi, a formare una visione nostra, a coltivare e a concepire idee e progetto autonomi, la parte profonda di noi stessi non tace, non rimane inerte. E' una parte che è instancabile fautrice e anima del nostro essere individui veri e originali, dotati di intelligenza, non al seguito e ammaestrata, non raffazzonata e truccata per comodo, ma libera e esigente di sguardo proprio, di visione chiara e approfondita, senza equivoci e autoinganni. Non è al traino di nessun luogo comune, non cede all'illusione e alla voglia di considerare tutto composto e risolto, ma ha a cuore il vero senza sconti, la costruzione non fittizia, ma ben fondata e salda, di un proprio modo di intendere le cose, di far vivere con la personale impronta un'esistenza che non sia paga di essere sistemata in qualche casella già pronta, che non sia giustificata da nebbia di idee preconcette e arrangiate razionalmente, tenuta su e consolidata da principi incompresi e da pregiudizi. Ha i mezzi, del tutto inaspettati per chi, la maggiornza, non ha neppure sentore di ciò che sa generare e promuovere, per condurci a sviluppare pensiero vivo, nuovo, assolutamente veritiero, capace di farci uscire dal solito giro di pensieri spiantati, siano essi semplici o sofisticati. L'inconscio sa fare questo, sia attraverso il sentire, le emozioni e gli stati d'animo, che indirizza e plasma, sia attraverso i sogni, autentici capolavori di acume, di intelligenza. E' una presenza, che portiamo e che vive dentro di noi, che, non acquiescente o di conforto all'andazzo corrente,  spesso non convalida i pensieri d'abitudine e coniati dal ragionamento, perchè chiusi al vero, perchè spiantati, che complica la vita, ma per riaprire la consapevolezza, per indirizzarla sui punti davvero cruciali, da riconoscere e su cui lavorare. Con i sogni l'inconscio  ci offre il meglio del suo pensiero, che, se fedelmente inteso e fatto nostro, libera davvero la nostra mente, la rende finalmente capace di comprendere. E' comunque, proprio perchè va a sbattere contro la tendenza della nostra parte conscia a voler tutto stabile nella forma già conosciuta e senza intoppi, una presenza scomoda quella che nell'intimo e profondo portiamo dentro di noi e che non ci dà tregua. Possiamo cercare di ignorarla, di tenerla ai margini, possiamo con arbitrio e sufficienza svalutarla, salvo temerla inorriditi quando nell'intimo  batte duro e non dà tregua,  possiamo giudicarla e fraintenderla, provare a  zittirla, a tenerla lontana evadendo da ciò che, spiacevole e arduo, interiormente ci propone, possiamo tentare col supporto di luoghi comuni e di esperti di scienza, che si pretende tale, svuotare le sue proposte e invalidarle come non conformi e devianti da ciò che si considera sano e normale, possiamo travisarle, non comprendendone affatto l'intento originale e il senso, come segni di anomalia, come difettosi modi o disfunzionali, ma la parte profonda di noi stessi non cede e non recede. Le crisi interiormente si aprono e non chiedono permesso, le cosiddette ricadute, così definite da ottusi preconcetti, si susseguono, perchè la parte profonda non rinuncia, non si fa mettere in riga, perchè prova con insistenza a smuovere, perchè non accetta di essere soppressa. Se ben intesa ci ridarebbe il senso delle cose, la visione nitida e non truccata, non drogata da luoghi comuni, da ipotesi che ci mettono quieti e ben allineati. Risponderle e corrisponderle è, rispetto al comune e abituale modo di procedere e di intendere la vita, l'impresa più impegnativa e audace e nello stesso tempo per nulla oltre il possibile, perchè a misura dell'umano che vive in noi, capace di ridarci il seme dell'intelligenza, lo spirito critico che a nulla cede e da nulla si fa rimbambire, di restituirci spessore e statura di individui veri e originali in accordo, non con il comune e solito, applaudito e conveniente, ma con il progetto e la spinta a generare con cui  siamo venuti al mondo. La parte profonda di noi stessi è la nostra natura e il nostro potenziale più alto.

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