domenica 29 ottobre 2023

Il cambiamento

Spesso il cambiamento è cercato fuori, affidato a soluzioni esterne da cui ci si aspetta che mutino il proprio stato, in genere pensando che siano le condizioni esterne a provocare disagi. Mutare il giro di relazioni, cambiare luogo da frequentare o dove vivere, aderire e condividere con altri un nuovo credo, sono esempi di cambiamenti che sembrano racchiudere la promessa di una vita diversa, fatta di nuovo respiro di libertà, di fruizione di opportunità migliori, di risveglio di consapevolezza, di leggerezza da pesi e carichi interiori sgraditi, di senso di benessere. Da cosa parte questa istanza di cambiamento? Spesso c'è un senso di restrizione di possibilità, di vuoto e di mancanza, di irrigidimento di abitudini, di malessere che segnala e rende acutamente disagevole e sofferta una sensazione di stasi e di oppressione, di illibertà e di insoddisfazione. Sono tutte sollecitazioni interiori, che vogliono portare a stare e non a andare via, a coinvolgersi sul terreno della scoperta del vero. Purtroppo è tale la mancanza di legame e di familiarità con la vita interiore, l'incomprensione del suo significato e valore, che, quando accade che la propria interiorità eserciti una presa più decisa e consegni vissuti capaci di indurre con più forza a fermarsi e a riflettere, senza pretesa di liquidare la questione in pochi istanti, la risposta è di insofferenza. Come si fosse vittime di un torto, di una pena indebita, la reazione è di cercare di uscire al più presto da quelle sensazioni, anzichè rendersi disponibili a rimanere, visto che è voce intima quella che sta parlando attraverso e dentro quegli stati d'animo. Anzichè ascoltare questa propria intima voce per cominciare a trovare sintonia con la propria interiorità e visione più veritiera di se stessi e del proprio modo di procedere, consapevolezza dei nodi decisivi e delle questioni importanti, che richiedono un lavoro riflessivo su stessi e non una critica e una reazione ad altro visto come causa di un malessere a cui trovare rimedio, si mobilita subito il dispositivo razionale, che tutto pensa di poter fare in orgogliosa solitudine, meno che congiungersi al sentire e da lì trarre guida e occasione per aprire gli occhi. Il dispositivo di pensiero razionale cerca cause fuori e prende a inventarsi soluzioni, sempre cercando all'esterno la via del cambiamento. Così come attinge a idee comuni per spiegare le cause, così il pensiero razionale assorbe idee e suggerimenti da mentalità e da esempio comune per individuare le vie d'uscita e le soluzioni possibili. Questo lascia già prevedere quanto incongruo, inappropriato e lontano da sè, da corrispondenza con la propria intima verità e da ciò che aprirebbe e spingerebbe a realizzare come vero cambiamento, possa mettere in campo il proprio dispositivo di pensiero razionale. False strade, illusori cambiamenti, copia d'altro preso a modello dalla pratica e dal pensato comuni, finiranno per lasciare incompreso e immutato ciò che il richiamo interiore voleva portare a vedere, a trovare come terreno di ricerca e occasione, questa sì felicemente appropriata, di trasformazione personale, tutto sulla base di scoperte di validi punti di riferimento ritrovati e di prese di consapevolezza ben fondate e verificate e non di belle pensate, ispirate da fuori e in adesione a altro, che sia un credo o un altro poco cambia. Il cambiamento messo assieme e impacchettato dalla mente razionale non farà che garantire visione  miope, ma soprattutto distorta, che non potrà che prolungare e ingarbugliare ulteriormente gli equivoci, che allontanare ulteriormente da  chiarimenti e da intese valide con se stessi. Solo la valorizzazione e l'attento ascolto e comprensione delle proposte interiori, nella forma in cui sono e in cui si manifestano interiormente, mai casuale o sbagliata, sempre mirata e intelligente, anche se disagevole e sofferta, potrà permettere di comprendere le ragioni vere del disagio, più legate a modi di procedere e di rapportarsi a se stessi e alla propria esperienza, che risalenti al fuori, di coltivare le basi vive e di portare a maturazione le premesse valide del cambiamento di se stessi e dell'apertura di percorsi non di fuga e di illusoria novità, ma di vera e affidabile nuova vita.

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