mercoledì 28 aprile 2021

Non fa danno

La vita interiore, il suo linguaggio, ciò che propone, lo scopo che persegue sono ben altro e si collocano in tutt'altra prospettiva rispetto al modo abituale e comune di considerare e di trattare l'esperienza interiore. Frequentemente chi è investito da malessere interiore da un lato non ha strumenti per capire ciò che la sua interiorità sta cercando di dirgli e di condurlo a conoscere, dall'altro non si astiene dal sovrapporre e dall'imporre a ciò che sente rapide spiegazioni e sbrigativi giudizi, che, riportando e forzando tutto dentro schemi già noti, non sanno rispettare e comprendere il significato originale e lo scopo di ciò che sta vivendo interiormente. Accade così che da una parte l'individuo cerchi spesso in primo luogo di stare al sicuro e nella conferma del suo modo di condursi e di pensarsi, ritenendo che tutto interiormente debba svolgersi concordemente con le sue attese, senza sorprese e "normalmente", mentre dall'altra la sua interiorità, la parte intima e profonda di se stesso (che, pur non essendo affatto irrilevante, è in genere misconosciuta nel suo valore e nella sua affidabilità) spinge invece per fargli fare, attraverso tutto ciò che nel sentire mette in movimento all'interno del suo spazio interiore, esperienza significativa che lo porti a aprire gli occhi su se stesso, a conoscersi davvero, al di là delle apparenze. L'attività del profondo, i segni della sua presenza sono incessanti. Se durante la notte, quando non c'è nulla che distrae e che porta via, quando nel sonno la parte conscia si ritrae, la parte profonda ha l'incontrastato prevalere e nei sogni fa sentire la sua voce, offrendo perle di ingegno e stimoli a guardare dentro se stessi, di giorno non cessa di far sentire la sua presenza, regolando stati d'animo e emozioni e tutto ciò che il sentire propone. Il proprio sentire, l'insieme degli svolgimenti interiori, tutto guidato dal profondo, vuole indirizzare la consapevolezza, dare base e terreno valido su cui poggiare per capire, per entrare nel vivo e nel vero della propria esperienza, per riconoscere il proprio stato e modo d'essere. Anche se contrastante con le proprie attese e preferenze, il sentire non dice cose assurde, anche se spiacevole e fastidioso, non mostra segni di anomalia, parla con un linguaggio che non è quello concreto e convenzionale. E' necessario imparare a conoscere le particolarità di questa parte di se stessi, a comprenderne lo specifico linguaggio, ben diverso da quello razionale, se si vuole far proprio ciò che sta dicendo e che vuole far capire, se si vuole evitare di liquidare come malfunzionante o disfunzionale ciò che non si ha capacità di comprendere nel suo vero significato e valore. Per potersi avvicinare a se stessi e per non rimanere sulla difensiva nei confronti della propria interiorità, per scoprire che l'esperienza interiore difficile e sofferta non è una minaccia da contrastare, una fonte di danno, bensì un contributo e una guida fondamentale per capirsi e per crescere, si ha necessità di essere aiutati a comunicare con se stessi. Ci vuole una mentalità diversa rispetto a quella solita e comune per capire le vicende interiori, per non fraintenderle, per non correre il rischio di ridurre tutto a questione di mancato funzionamento normale, etichettando ciò che non rispecchia i canoni di presunta normalità semplicemente come espressione di un guasto, come malato. Ciò che si spaccia per evidenza, l'idea che ciò che è sofferto e spiacevole interiormente sia dannoso e contrario ai propri interessi, svela solo l'incapacità di capire l'esperienza interiore. Siamo individui complessi, fatti non solo di superficie razionale, ma anche di vita e di intelligenza profonde. La parte profonda di noi stessi bussa, a volte con molto vigore e insistenza, vuole farsi ascoltare, vuole coinvolgere tutto il nostro essere, lo fa coi sogni, lo fa con vissuti e con esperienze interiori, anche ben poco agevoli, come l'ansia, a volte con richiami potentissimi e estremi come gli attacchi di panico, si tratta di imparare a ascoltarla e a intenderla, a dialogare con essa. La parte profonda del proprio essere, tutt'altro che primitiva, sprovveduta o cieca come si pensa sia tutto ciò che non è di matrice razionale, non è curante di mantenere la corsa, di inseguire l'adattamento, l'efficienza nel condursi avanti secondo i criteri resi scontati solo perchè abituali e ricorrenti. Il profondo è curante di capire cosa si sta facendo di se stessi e perchè, di aprire a tutto l'essere una simile riflessione, di comprendere le proprie vere potenzialità, di rompere il legame di dipendenza da altro che sembra dare le guide e i limiti, ma di fondare su basi proprie di consapevolezza il proprio modo di procedere e i propri scopi. Invocare come condizione positiva e ideale l'assenza di tensione interiore, cercare di evadere da ciò che si sente giudicandolo anomalo e nocivo quando doloroso e difficile, affidarsi a rimedi che allontanino e che mettano a tacere ciò che si prova è come dissociarsi da se stessi, è come erigere un muro contro parte viva di sè, che ha tutt'altra intenzione che di recare confusione e danno, che ha ben altra e forte potenzialità e capacità di dare rispetto a ciò che comunemente si pensa. Un percorso, quando ben fatto, di analisi serve proprio a questo, non a rimettere tutto in riga per insistere nel solito modo di concepire il proprio bene e il proprio procedere a senso unico, ma a trovare capacità di incontro e di dialogo col proprio profondo, a intendere ciò che il proprio sentire e i propri sogni sanno dire e guidare a conoscere in modo aperto e senza veli di se stessi, a trasformare per non essere ciechi ripetitori di senso comune e prevalente, ma creatori del proprio pensiero e del proprio destino. E' un percorso che consente di scoprire, di toccare con mano che, quando si impara a ascoltarlo e a comprenderlo fedelmente, non c'è fonte di danno in tutto ciò che vive e si propone interiormente. Solo l'ignoranza, la non conoscenza e la lontananza da se stessi, spesso sostenuta da presunzione di sapere cosa interiormente sia ammissibile e non, normale e non, può fare danno, serio danno.

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