giovedì 4 marzo 2021

La corsa

Se rincorrendo e afferrando questo e quello, che parevano pezzi pregiati e capaci di darti valore, ti sei perso, se ciò che hai cercato di non farti sfuggire nei tempi e nelle cadenze già scritte del “così fanno o farebbero tutti”, ora senti non essere nulla, se il senso di adeguatezza, l'apprezzamento e la buona considerazione altrui e quant'altro preso da fuori non sono più efficaci nel tenerti su, se sono benefici che non durano dentro di te, perché ora, nella presa del tuo intimo sentire, che toglie ogni maschera e svuota ogni illusione, sai che simili pregi e conquiste non sono sostanza tua vera, ora sei nel disagio di avvicinarti al vero, ora sei. Non eri tu in quel che agli altri piaceva, l'apparentemente tuo stava su per gradimento altrui. Ora la buona prestazione, se anche la pretesa di tornare a produrla non è finita, è logora e compromessa, è logoro il tuo sforzo, ora tocchi il vuoto, non ti sono più nascosti gli errori. Ora potresti cominciare a esistere nel tuo disagio e in ciò che vuole svelarti, a patto che non lo usi, che non lo strumentalizzi per prenderti benefici da fuori, per darti una parvenza di dignità, un merito di circostanza, perchè anche il dolore può essere usato, recitato, esibito, anche se alla radice ora scopri che in te c'è vero dolore, che non è richiamo e cattura dell'attenzione altrui, un abbellimento, una buona prestazione residua. Hai in te, nella parte di te più profonda e sincera, capacità di vedere e non abilità di illuderti o di inebetirti di pseudo consapevolezza. Ora puoi fermare la corsa, per stare con coraggio nella verità che ti vuole avvicinare a te stesso, rinunciando a raccontartela come ti pare e piace, a mettere al primo posto la rassicurazione e la conferma, supporti per proseguire indenne e per stare su come sempre, per non mollare la presa, che pure si è rivelata una presa sul nulla. E’ arrivato il tempo di non fuggire, ora non hai più protezione che ti isoli dal vero, è questa la lezione del disagio che non ti dà tregua. Ogni espediente per rifuggire la verifica e il confronto sincero con te stesso ora si rivela fragile, hai scoperto che non c'è sostegno esterno che possa reggere all'infinito, che si riveli capace di evitarti di sentirti perso, non c'è autoinganno che possa durare, di cui prima o poi non ti sia chiesto il conto. La tua interiorità non vuole tenere su la recita, è stanca, è davvero stanca, vuole spirito nuovo, vuole che tu le creda in ciò che ti dice, che ti dà schiettamente, senza addolcimenti, vuole che tu cominci a ritrovarti e a costruire sul vero, sull'avventura umana di un individuo che non sa solo cercare plauso esterno e conferma prima di ogni cosa, che vuole confronto e incontro aperto e trasparente con se stesso, fondamento e alimento di stima interna, di vera autostima  e di calore, di calore sincero. E' arrivato il tempo, stavolta non dettato da fuori, dell'incontro con te stesso, con la tua interiorità su cui puoi contare.

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