Nel confronto
con l'esperienza interiore si tende spesso a separare presto vissuto
e pensato, a trattare quanto sentito, sperimentato interiormente solo
come vago indizio o pretesto per passare in fretta a cercare di
spiegare il perchè e il percome facendo ricorso a giri di
ragionamento. Cercando in cause ipotetiche e plausibili le ragioni
del disagio, riconducendo e incastrando in soliti schemi già noti
tutto il senso, ci si convince di capire. Accade in realtà che il sentire non venga
ascoltato in ciò che dice e rivela, in ciò che vuole condurre a
riconoscere. Il sentire non è conseguenza di una causa, una sorta di
reazione, di risposta riflessa, il sentire è luogo d'esperienza, è
via di conoscenza. Col ragionamento viaggiamo liberi in lungo e in
largo e costruiamo ipotesi tanto ben disegnate e sagomate quanto
spesso sterili e lontane da ogni relazione con l'esperienza intima,
quanto spiantate, senza alcuna corrispondenza con noi. Il
nostro sentire ci permette invece in una forma sensibile di
entrare in rapporto con ciò che abbiamo occasione e necessità di
avvicinare, di capire di noi stessi....un pò come conoscere una cosa
toccandola, sentendola, un pò come camminare a piedi nudi e sentire
il terreno, apprezzando tutte le caratteristiche vere del percorso
che stiamo facendo passo dopo passo. Vale dunque la pena di dar retta
al sentire, di imparare ad ascoltarlo, a cogliere ciò che sta rivelando, sempre, senza rifiuti, senza
separazioni di comodo tra bel sentire o cattivo. Per intima esperienza e impegnandosi a
raccogliere ciò che il sentire produce, si può davvero capire, solo
così e non invece separando il pensiero dal sentire e consentendogli
di tenere in pugno la conoscenza come ragionamento. Solo facendo
esperienza, concedendoci senza barriere al nostro
sentire e mettendoci, attraverso riflessione, come allo specchio per
vedere cosa succede dentro le nostre sensazioni e stati d’animo,
possiamo fare conoscenza fondata e vera, utile e feconda. Va detto
poi che il nostro profondo, che genera il nostro sentire, che ci
propone a volte percorsi non facili, ma sensati, da capire, da
scoprire all'interno e dall'interno, è anche assai generoso di
indicazioni e di suggerimenti per capire noi stessi e quanto sta
accadendo, attraverso i sogni. Certo i sogni non vanno letti in
modo concreto o interpretati con disinvoltura, esercitando nei loro
confronti lo stesso arbitrio ( del metter loro
sopra interpretazioni costruite col ragionamento) usato col
sentire di cui parlavo all'inizio. I sogni vanno analizzati e
scoperti, lasciati dire e dare ciò che racchiudono. Si tratta di una
risorsa preziosissima, perchè nei sogni c'è capacità, come in
nient’altro, di leggere dentro di noi, di sviluppare pensiero
fondato e non spiantato. La strada per capire se stessi e
il senso di ciò che accade interiormente, accettato e accolto nella
sua integrità e interezza, non è certo facile e immediata, ma
è possibile. E' certamente possibile, purchè con la propria interiorità si impari ( con l'aiuto di chi
sappia sostenere e guidare in questo percorso) ad aprire
un dialogo rispettoso, capace di ascoltarla e di attingere e non di parlarle sopra.
domenica 29 gennaio 2012
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