Ho già scritto sui sogni, ma voglio tornare
sull'argomento, perchè i sogni sono ciò di cui è impossibile fare a meno per
conoscere se stessi, a meno di consegnare la conoscenza a ipotesi ragionate e a
spiegazioni, che, pur se in apparenza coerenti e verosimili, raccontano di se stessi ciò che
sembra, ma che non è. Nei sogni c'è la più stretta aderenza a noi stessi, nulla
è taciuto. I sogni sono diario di bordo e bussola di un ininterrotto viaggio di scoperta, sono il prodotto di un lavorio di ricerca di consapevolezza, di un'attività di pensiero della parte
profonda di noi stessi, che non sta ferma, che non rimbambisce nell'adattamento
e nel far proprio ciò che non ci corrisponde, che ci dà solo illusoria
convinzione di esistere e di capire. Si pensa a volte che nei sogni confluisca,
quasi in automatico e meccanicamente, l'esperienza diurna, rimasugli, pezzi, un
che di disaggregato senza nesso e senza senso, oppure che rimangano le tracce
di ciò che più ci ha colpito, che ha turbato la nostra mente. Altri pensa che nei
sogni ci siano desideri inconfessati. Altri ancora pensa che i sogni facciano previsioni
e sappiano dare indizi sul futuro. Soprattutto si pensa che i sogni parlino di
noi unicamente in relazione e in rapporto con altro, con altri. I sogni parlano
di noi e svelano, configurano uno scenario inaspettato, danno corpo e
consistenza, rendono visibile e mettono in primo piano qualcosa che per molti
non esiste, che non è concepito, cioè il rapporto che abbiamo con noi stessi,
quanto accade nella relazione col nostro intimo. Tutto il dire dei sogni è un
dire di noi, di come siamo, di come ci rapportiamo a ciò che sentiamo e che
continuamente vive dentro di noi, di come procediamo nell'esperienza, mossi da
che cosa, affidati o vincolati a che cosa. Lo sguardo dell'inconscio è
riflessivo, guarda all'interno, coglie e riconosce il vero dell'esperienza, non è appiattito sulla sua superficie, non è tenuto
imbrigliato dal comune modo di pensarla. Nei sogni c'è la rappresentazione
attenta non dei fatti, non la ripresa e la conferma delle costruzioni di
pensiero che si è abituati a mettere sopra i fatti, sopra gli accadimenti dell'esperienza
per spiegarla, ma l'attenzione è rivolta a come si conduce l'esperienza,
osservando e chiarendo, dando volto a ciò da cui si è mossi, da quali istanze,
in che modo, a che scopo, con quali eventuali contrasti interni, in definitiva nei sogni è ritratto il cuore dell'esperienza, ciò che rivela più in profondità di noi stessi, il vero, non l'apparenza e ciò che fa comodo vedere. Tutte le presenze e le
figure che compaiono nei sogni, siano essi persone, animali o cose, danno
simbolicamente volto a parti di noi, a modalità, a espressioni, a istanze e a
potenzialità che ci appartengono. I sogni dicono del nostro modo di procedere,
della strada che stiamo seguendo. I sogni segnalano non di rado lo stacco dalla
"terra", la lontananza cioè dell'individuo dal terreno vivo del suo
intimo sentire e dell'esperienza interiore che in ogni istante lo
accompagna, parlano perciò non di rado di esperienze di volo, di
vertigine e di sensazioni improvvise di precipitare. Per descrivere
l'iniziativa del profondo, che cerca di raggiungerlo e la percezione timore che
l'individuo ha di ciò che vive profondamente dentro se stesso,
parlano di assalti e di inseguimenti di figure che paiono
"malintenzionati" o ladri (per cominciare a capirsi è necessario
essere privati, derubati di convinzioni e di certezze tanto rassicuranti quanto
ingenue e improprie), parlano di acqua che incute timore, di acqua che avanza
minacciosa, che dilaga...sono solo esempi di una rappresentazione del
rapporto/non rapporto dell'individuo con se stesso, con la propria interiorità,
di come sia viva e presente la questione del confronto col proprio profondo, di
come il proprio profondo non rinunci alla propria iniziativa, a farsi avanti.
Il respiro e l'orizzonte di ricerca e di sguardo dei sogni è ampio a comprendere
e a farci comprendere cosa stiamo abitualmente nei modi del nostro
procedere facendo di noi stessi, che l'inconscio vuole spingerci a chiarire, a
vedere senza veli, nello stesso tempo, aprendo la strada a ciò che potremmo, onorando il nostro essere individui potenzialmente capaci di pensiero autonomo,
di sviluppo di qualcosa di originale e consono a noi stessi. L'inconscio nei
sogni è guida ispiratrice e motivante un profondo cambiamento, da individui
passivamente al seguito e consumatori di moduli di pensiero già pronti e in
uso, non importa se con qualche parvenza di originalità, sostenuti e guidati da
tutto ciò che già pronto e concepito può dare supporto e indirizzare scelte e
modi di vivere e di realizzarsi, a individui, a esseri umani invece capaci, non
in un batter di ciglia, ma lavorando con pazienza e cura il proprio terreno, in
stretta unità col proprio profondo, di generare proprio pensiero, scoperte di
significato e di valore e, su queste basi, di dare compimento a percorsi e a
realizzazioni proprie e davvero originali, autentiche e coerenti con se stessi,
non dettate da imitazione, da paragone o competizione con altri. I sogni, lo si
vede, lo si vive e constata nel cammino dell'analisi, di un'analisi ben fatta,
sono capaci di indirizzare la ricerca e la trasformazione nel verso di passare
da essere copia d'altro (può sembrare drastica e impietosa questa affermazione, ma di se stessi cos'è possibile mettere e ritrovare, agendo dentro uno stampo di idee e di riferimenti, di attribuzioni di significato, di grammatica di pensiero, di guide alla espressione e realizzazione di sè ben apprese, assimilate e nel tempo esercitate, se non qualcosa che comunque riempie quello stampo e ne riproduce i limiti e la forma?) a divenire pienamente se stessi, con tutti gli attributi umani
originali e autentici che si posseggono e che si ignorava che risiedessero
dentro se stessi, con tutta la ricchezza di una visione e di un pensiero proprio che si ignorava di poter generare. Ridurre i sogni a desideri irrealizzati o a ricettacolo di
esperienze quotidiane più o meno incisive significa non capire la portata
dell'iniziativa e del pensiero profondo. L'inconscio è intelligenza pura, nel
senso che non ricalca stancamente il già detto e concepito, ma viceversa dà volto
e riscatto al pensiero riflessivo, autonomo e fondato, che vuole vedere cosa la propria esperienza dice e rivela di se stessi, che non rinuncia mai a cogliere
il vero, a cercare il senso in profondità, costi quel che costi, che combatte
l'eclissi dell'intelligenza, unica leva della autonomia e della libertà
dell'individuo. Capire un sogno significa intenderlo nel suo verso, nelle sue
intenzioni, nei suoi modi di formare e di tradurre il pensiero. Se lo si
incanala e costringe dentro i soliti riferimenti, dati per scontati, se lo si
incastra nel già pensato e nella logica abituale, gli si fa dire ciò che piace
e che si suppone, in sostanza lo si travisa e lo si mortifica. Purtroppo lo si
spreca. L'inconscio non cesserà certo di dire ciò che pensa, non si
assoggetterà alla rigidità, alla presunzione e all'inerzia del pensiero conscio
ragionato, ma non capire i suoi messaggi peserà come una grande occasione persa
per ritrovarsi e per cominciare a vedere chiaro dentro se stessi.
mercoledì 24 aprile 2024
Capire i sogni
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