mercoledì 7 maggio 2025

Significato e scopo dei sogni

Non è raro che un sogno tocchi particolarmente la sensibilità del sognatore e lasci in lui una traccia, un seguito, capace di influenzarne l'umore, la giornata. Che vogliano incidere è nelle intenzioni dei sogni, di tutti i sogni, anche di quelli che non hanno così forte impatto. C'è in ogni caso volontà di coinvolgere, di persistere, di ottenere ascolto. Perché possano incidere davvero è necessario però che i sogni siano compresi e acquisiti in ciò che intendono comunicare e dire, cosa non facile, poco probabile purtroppo per come vengono abitualmente intesi e letti. Dei sogni si pensa spesso ciò che non sono. Non sono fantasie bizzarre, non sono espressione di desideri inappagati, non sono residui sparsi di ricordi di esperienze e di impressioni registrate durante il giorno, i sogni sono pensiero, di cui l'inconscio è capace, acutissimo e calzante, il più adatto a descrivere la situazione interiore di chi sogna, a porlo dinnanzi a questioni di capitale importanza e di estrema attualità per lui. Se si leggono i sogni in chiave concreta e banale, riferendo tutto sempre al rapporto con l’esterno, con gli altri, adagiandosi su modi di pensare e sull’impiego di significati convenzionali, cosa che capita frequentissimamente, non li si comprende affatto. I sogni usano il linguaggio simbolico, il più adatto e valido per  guardare dentro se stessi, per riconoscere la propria realtà oltre la crosta di superficie dei fatti e portandosi oltre la logica comune, oltre la barriera del proprio pensare solito, in larga parte chiuso su se stesso e preconcetto. Ad esempio la presenza nel sogno di una persona non significa che si sta parlando di lei concretamente, della sua incidenza nella propria vita, della relazione con questa persona e delle problematiche che ne derivano. La presenza della persona nel sogno, andando a cercare e tenendo conto di ciò che la caratterizza agli occhi del sognatore, dà volto e serve a ritrarre una modalità, un atteggiamento, un’espressione che in quella persona è più marcato e più facilmente riconoscibile, ma che appartiene alla personalità del sognatore. L'inconscio non vuole parlare di quella persona là fuori e delle questioni di rapporto con lei, ma, inserendo la sua presenza nel sogno, vuole dare volto, rendere riconoscibile una modalità, un aspetto della personalità del sognatore e far comprendere il modo in cui agisce all’interno di se stesso e in cui è trattata sempre all’interno di se stesso. Lo scopo che persegue l’inconscio nei sogni è sempre la conoscenza di se stessi, di ciò che si svolge interiormente, che è proprio ciò che è fuori dallo sguardo abituale del sognatore, tutto puntato all’esterno di sé e fortemente incline a far discendere e  dipendere tutto da cause e da fattori esterni. Per intero in tutti i suoi componenti, siano persone, animali, luoghi o cose, il sogno descrive simbolicamente parti vive del sognatore. I sogni non sono affatto caotici e privi di costrutto, non sono un insieme disorganico e casuale di frammenti di ricordi, di fatti della giornata che ritornano e che l'inconscio registra e rilancia passivamente, non sono produzioni fantasiose, sono elaborazioni di pensiero estremamente attento, affatto vago e buttato lì in modo sparso e disordinato. Il pensiero che l'inconscio vuole comunicare e guidare a formare attraverso il sogno è lucidissimo e di estrema precisione, nulla è inserito nel sogno, fin nei più minuti particolari, per caso. Tutto organicamente all'interno di un sogno compone un pensiero, un significato, che certamente non è di immediata comprensione e riconoscibile con la presa razionale, perchè non è omogeneo e parte di ciò che il sognatore è abituato a pensare, ma viceversa conduce alla conquista di una visione più approfondita e vera. Il sogno ha capacità, se inteso fedelmente e compreso, di aprirgli gli occhi in modo nuovo, non condizionato da preconcetti e da interessi che non siano di riconoscere il vero. Il sogno non arriva mai per caso, non arriva sotto la spinta e l'urgenza di un movente esterno, di un accadimento, di una causa scatenante, capace dall’esterno di determinarlo. Il respiro e l'orizzonte del sogno vanno ben oltre l’incidenza e la contingenza dei fatti quotidiani, semmai l'inconscio sa valorizzare momenti dell'esperienza, che sa richiamare nel sogno, per ciò che sanno rivelare di se stessi, inserendoli dentro una trama di riflessione e di pensiero che vanno ben oltre. Non c'è sogno che non sia capace di dare risalto a ciò che è importante e decisivo da riconoscere per il sognatore, che non sappia porre al centro la riflessione su se stesso, l'individuazione dei nodi fondamentali della sua vita da chiarire e da sciogliere. Non c'è nulla di più vero, reale e rispondente alle necessità di presa di coscienza e di crescita di un individuo, dei suoi sogni in ciò che vogliono rendergli riconoscibile di se stesso, nelle questioni che vanno a rischiarare. Il pensato o meglio il preconcetto comune è che se da un lato c’è la realtà con i suoi temi, con le sue necessità e urgenze, dall’altro ci sono i sogni che parlano d’altro un po' fuori dal mondo e dalle questioni reali e coinvolgenti, un po' etereo e senza base e rispondenza con ciò che più conta e tocca da vicino la sorte di ognuno. Nulla di più falso, di meno corrispondente a ciò che i sogni sono e hanno capacità e intento di dire e di dare. Semmai rispetto a una visione quotidiana della cosiddetta realtà, che non rivela ciò che è implicato per ognuno, ciò che è cruciale, i sogni vanno proprio a toccare i punti vitali, a svelare ciò che ognuno sta facendo di se stesso, i suoi modi di procedere, le questioni insolute, le implicazioni vere. Il racconto che ognuno fa di se stesso e della propria esperienza poggia su idee e fa suo l’impiego di schemi, di attribuzioni di significato convenzionali, che non corrispondono affatto alla verità insita nella propria esperienza. C’è poi la tendenza a sorvolare, a aggiustare i significati dell’esperienza che si vive e di ciò di cui si è autori e responsabili, a renderlo conforme a ciò che più rassicura. C'è in sostanza la tendenza, a volte sottilmente coperta e ben camuffata, a raccontarsela come pare e piace, con omissioni e reseconti di comodo. I sogni non assecondano questa tendenza, viceversa portano lo sguardo nell’intimo vero e non rinviano la presa di coscienza di ciò che è conseguente a scelte e a modi di procedere abituali. Niente di astratto e etereo, niente di fantasioso, il pensiero promosso dai sogni è il più vicino e reale possibile. Se in ogni singolo sogno è racchiusa intelligenza di ciò che sta accadendo all’individuo, non c’è da sogno a sogno discontinuità o estemporaneità di iniziativa dell’inconscio. Ci sono sogni che a volte insistono e si ripetono nel tempo, sogni ricorrenti che se battono e ribattono sullo stesso tasto significa che quello è un punto fondamentale da affrontare e da acquisire.  Al di là di questo, scorrendone tutta la produzione, i sogni fatti di seguito nel tempo, questo anche considerando l’intero arco di vita, sono tutti interconnessi, non c'è un susseguirsi di sogni casuale, c'è un filo che li lega, c'è uno sviluppo di ricerca che li vede uniti e consonanti tra loro. I sogni, in concordanza con tutto ciò che si svolge interiormente sul terreno del sentire (di entrambi, sogni e sentire, è ispiratore l’inconscio) contribuiscono in modo decisivo a chiarire le ragioni e il senso del malessere interiore, della crisi che ha investito l’individuo, a farne comprendere e a promuoverne lo scopo. Il percorso di avvicinamento a se stessi, di scoperta e di conoscenza di se stessi, di presa di visione del vero, di profonda trasformazione che ne deriva, come accade nel corso dell’esperienza analitica, di una valida e ben condotta esperienza analitica, è indirizzato, alimentato con grande maestria e saggezza dai sogni, che esercitano un ruolo guida fondamentale e imprescindibile. Non ci sono sogni negativi o brutti, che, al di là dell’apparenza, se compresi, si rivelino tali, anzi incubi e sogni cosiddetti brutti hanno un alto potenziale comunicativo, racchiudono una capacità di illuminare, di spezzare la coltre dell'inconsapevolezza, senza nulla tacere o addomesticare per comodo nella ricerca del vero, che non ha eguali, perciò, se intesi e fatti propri nel loro autentico significato, sono preziosissimo alimento per la propria crescita. Quando nel vivo di un’esperienza vissuta in sogno ci si trova a vivere un che di angoscioso, di tremendo, di inquietante anche in una forma estrema, capita che presto al risveglio ci si dica che per fortuna si trattava solo di un sogno, con ciò provando o rischiando di cancellare ciò che l’inconscio ha voluto e saputo rendere così tangibile e coinvolgente, rivolgendo invece abbraccio consolatorio e rincuorante all'abituale concreto della propria vita. In quel sogno angoscioso c'è viceversa un'ottima opportunità di avvicinarsi al vero. Nell'incubo, che può prendere forme inquietanti, quasi mostruose, l'inconscio non esagera i toni, non dà sfogo e scarico a paure estreme e irrazionali, anzi, saputo intendere nel suo linguaggio e senso, si arriva a comprendere che il sogno cosiddetto brutto, che l'incubo rende visibile in modo preciso, appropriato, qualcosa di decisivo da riconoscere, su cui urge aprire gli occhi. Non si è trattato dunque dell'emergere nel sogno di una paura irrazionale, di una angoscia dettata da un momento di particolare debolezza o stress, come si usa dire. Il sogno angosciante, l'incubo ha voluto, con vigore propositivo e senza cadere in eccessi, rendere riconoscibile qualcosa di assolutamente vero, che va saputo intendere non nella chiave concreta, ma per ciò che significa nella verità del proprio modo di condurre la propria vita e il rapporto con se stessi. Accantonare un sogno tipo incubo, considerandolo esperienza da dimenticare, trattarlo come un indice negativo di una condizione da superare, significa non capire quanto invece potrebbe valere per sè avvicinarlo, comprenderlo, farlo proprio. C'è di mezzo una questione fondamentale, che riguarda il rapporto con la propria vita interiore, col proprio intimo, con cui spesso non si ha capacità di rapporto, verso cui si è imparato più a tenerlo a bada, a commentarlo con i ragionamenti senza ascoltarlo, a porsi non di rado più in fuga che in ricerca di avvicinamento e di intesa. Nel tempo, se si è affermata la necessità di contatto e scambio con tutto ciò che vive fuori, se si è rafforzata la necessità, vissuta come di vitale importanza, di non trascurare, di tenere in primo piano la relazione con l'esterno, di attingere da lì ogni risorsa, di avere capacità di relazione con gli altri, non si è riconosciuta la necessità, l'importanza di costruire un rapporto con se stessi, con la parte viva e intima di se stessi. Non si è ritenuto importante e necessario   imparare a capire l'esperienza intima e il linguaggio della propria interiorità, che parla di continuo nelle emozioni, negli stati d'animo, nel sentire come nei sogni, non la si è coltivata, rimanendone così totalmente digiuni. Digiuni quindi di tutto il patrimonio di conoscenza di se stessi e della propria vita proveniente dall'intimo, dal profondo di se stessi. Se si impara a intendere, a rendersi familiare e a fare proprio il linguaggio interiore, come accade dentro e attraverso l’esperienza analitica, se si smette di guardare solo l’esterno, di rimasticarne la logica e gli argomenti, di leggere la propria esperienza con le lenti del preconcetto e del pensiero convenzionale, l’intera propria vita interiore e i sogni in particolare sanno essere le guide e l’alimento più valido per conoscersi, per leggere la propria vita, per comprenderne gli originali e autentici scopi e il cammino che li sa tradurre.

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