Le emozioni chiedono di essere prima di tutto
avvicinate e comprese da chi le vive. Spesso prevale invece la pretesa e
l'attesa di dare loro espressione, come se non ci fosse altro scopo utile e
interessante che mettere fuori ciò che si prova, come se non ci fosse da
chiedere a se stessi, da perseguire altro che di avere coraggio o meno,
disinvoltura o meno di farlo. E’ ricorrente l’invito a non tenersi tutto dentro
di emozioni e stati d’animo, come se questo portasse solo danno o come se
andasse sprecato, se non espresso e messo fuori, il valore e il potenziale di
ciò che si prova. Le emozioni, gli stati d'animo, ogni moto interiore non ha
contenuto e significato banale, non è di evidente e immediata comprensibilità,
non è la copia e la ripetizione di altro analogo, di cui si presume di
conoscere già il significato. Ogni emozione, moto interiore, ogni vissuto ha un
significato e un intento originali e unici, ha un senso, vuole rendere
tangibile e riconoscibile qualcosa di vero di se stessi, mai scontato o
presumibile. Ogni momento e espressione della propria vita interiore, ogni
emozione interviene non casualmente, racchiude una proposta e un suggerimento
che ogni volta vanno intesi nel loro originale e unico, perciò ogni emozione va
avvicinata e partecipata intimamente da chi la vive e non prontamente liquidata
e messa fuori, va ascoltata con attenzione e senza impazienza perché sia
compresa. E' intelligenza assai fine quella del sentire, che vuole guidare alla
consapevolezza, nulla di vago e di aleatorio, di freddo e di meccanico, come
accade con i pensieri costruiti col ragionamento. Ciò che il sentire, ciò che
le emozioni e i moti interiori sanno svelare è molto vicino e corrispondente a
se stessi, è fondato, è vero. Scaricare, mettere fuori, liberarsi di emozioni a
volte difficili e non piacevoli è come sbarazzarsi di un che di prezioso, farne
solo uno scarto. Le emozioni possono essere usate, per compiacere, per attrarre
consenso, per ottenere vantaggi, possono essere enfatizzate o addirittura
manipolate o recitate per simulare ciò che piace, che stupisce, per coprire e
mistificare ciò che è più autentico. Sia che ci si voglia sfogare, che ci si voglia
liberare, scaricando ciò che interiormente pare sgradito, che malamente si
giudica a sè dannoso e insopportabile solo perchè risulta poco piacevole, sia
che si dia priorità all'istanza di manifestare e di esprimere il proprio
sentire rispetto a quella di custodirlo nell'intimo per ascoltarlo con
attenzione, per comprendere ciò che le proprie emozioni vogliono davvero condurre a
capire, si rischia di fare sciupio, di scaricare nei rifiuti, di banalizzare e
di fraintendere, di manipolare e di strumentalizzare qualcosa che viceversa va
saputo salvaguardare, rispettare e acquisire nelle sue autentiche forme e
intenzioni, valorizzare nella sua capacità di dire e far capire, riservandogli
la miglior cura e il più degno destino.
martedì 6 aprile 2021
Le emozioni
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