martedì 6 aprile 2021

Le emozioni

Le emozioni chiedono di essere prima di tutto avvicinate e comprese da chi le vive. Spesso prevale invece la pretesa e l'attesa di dare loro espressione, come se non ci fosse altro scopo utile e interessante che mettere fuori ciò che si prova, come se non ci fosse da chiedere a se stessi, da perseguire altro che di avere coraggio o meno, disinvoltura o meno di farlo. E’ ricorrente l’invito a non tenersi tutto dentro di emozioni e stati d’animo, come se questo portasse solo danno o come se andasse sprecato, se non espresso e messo fuori, il valore e il potenziale di ciò che si prova. Le emozioni, gli stati d'animo, ogni moto interiore non ha contenuto e significato banale, non è di evidente e immediata comprensibilità, non è la copia e la ripetizione di altro analogo, di cui si presume di conoscere già il significato. Ogni emozione, moto interiore, ogni vissuto ha un significato e un intento originali e unici, ha un senso, vuole rendere tangibile e riconoscibile qualcosa di vero di se stessi, mai scontato o presumibile. Ogni momento e espressione della propria vita interiore, ogni emozione interviene non casualmente, racchiude una proposta e un suggerimento che ogni volta vanno intesi nel loro originale e unico, perciò ogni emozione va avvicinata e partecipata intimamente da chi la vive e non prontamente liquidata e messa fuori, va ascoltata con attenzione e senza impazienza perché sia compresa. E' intelligenza assai fine quella del sentire, che vuole guidare alla consapevolezza, nulla di vago e di aleatorio, di freddo e di meccanico, come accade con i pensieri costruiti col ragionamento. Ciò che il sentire, ciò che le emozioni e i moti interiori sanno svelare è molto vicino e corrispondente a se stessi, è fondato, è vero. Scaricare, mettere fuori, liberarsi di emozioni a volte difficili e non piacevoli è come sbarazzarsi di un che di prezioso, farne solo uno scarto. Le emozioni possono essere usate, per compiacere, per attrarre consenso, per ottenere vantaggi, possono essere enfatizzate o addirittura manipolate o recitate per simulare ciò che piace, che stupisce, per coprire e mistificare ciò che è più autentico. Sia che ci si voglia sfogare, che ci si voglia liberare, scaricando ciò che interiormente pare sgradito, che malamente si giudica a sè dannoso e insopportabile solo perchè risulta poco piacevole, sia che si dia priorità all'istanza di manifestare e di esprimere il proprio sentire rispetto a quella di custodirlo nell'intimo per ascoltarlo con attenzione, per comprendere ciò che le proprie emozioni vogliono davvero condurre a capire, si rischia di fare sciupio, di scaricare nei rifiuti, di banalizzare e di fraintendere, di manipolare e di strumentalizzare qualcosa che viceversa va saputo salvaguardare, rispettare e acquisire nelle sue autentiche forme e intenzioni, valorizzare nella sua capacità di dire e far capire, riservandogli la miglior cura e il più degno destino.

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