La propria interiorità non sta affatto nei
confini della cosiddetta normalità, dentro quel campo delimitato, dove tutto
dovrebbe svolgersi secondo previsione e programma, senza scosse e senza
sorprese sgradite, non dando disturbo, non recando fastidio. Docile a simili
aspettative e pretese non è il proprio profondo, perché ama la vita, perché non
accetta i pastrocchi e le illusioni che l'altra parte, quella conscia, che, si
crede superiore in affidabilità e capacità di giudizio, confeziona. La parte
conscia, in presenza di crisi e di malessere interiore, che vorrebbero riaprire
i giochi, condurre a un serio riesame della propria vita, del proprio modo di
condurla, reagisce e si allarma, spesso, senza tanti indugi, strepita e sentenzia,
giudica e dispone, senza capire e intendere se non i propri pregiudizi, non si
fa scrupolo di aggredire la parte intima, di mortificarla, dandole della
balorda, della sciagurata, dell'incapace e della malata. La conferma autorevole
non tarda a venire. Etichette diagnostiche, che fanno di ogni erba un fascio,
per definire, meglio sarebbe dire per marchiare (e da lì avviare a trattamento
normalizzante farmacologico e non), con pretesa aria di sapere indiscusso e di
scientificità, esperienze interiori, tanto impegnative e disagevoli quanto
uniche e cariche di senso, con cui non si ha né volontà, né capacità di entrare
in rapporto, cui ancor meno si è disposti a riconoscere intelligenza e capacità
propositiva, sono il suggello di un atto ostile, anche se non riconosciuto come
tale. Un atto ostile contro parte di sè e a proprio danno, pur con l'aria di
procurarsi benevola cura, di darsi aiuto. L'interiorità non si piega, non si fa
addomesticare, insiste, ogni suo rinvenire forte e risoluto incontra risposta dura
e ancora ostile, la squalifica prosegue e la parte conscia parla di ricaduta di
malattia. Beata ingenuità di una parte di sé, tanto arrogante e spiccia nei
giudizi, quanto ignorante! Ho dedicato la mia vita a rivalutare e a
valorizzare, a difendere e a rendere giustizia e dignità alla parte
bistrattata, la più saggia in realtà, la più capace, insostituibile nel ridare
a ognuno dignità, forza e spessore di individuo pensante e consapevole e non di
pecora vagante senza meta propria e senza progetto, in forte e stretta sintonia
col gregge piuttosto che con se stesso. L'interiorità è valida, irremovibile
nel suo intento di testimone del vero, di promotrice di crescita, di
realizzazione umana autentica e non d'immagine e fasulla, l'inconscio è una
risorsa straordinaria e ai più sconosciuta nella sua vera natura e potenzialità
di fonte di vita e di pensiero. Ho cercato e cerco di aiutare l'altro a non
ripudiare parte di sé preziosa e affatto nociva, a non spararle contro per
liquidarla senza entrarci in rapporto e senza conoscerla, continuerò a aiutare
l'altro a non fuggire sciaguratamente da se stesso.
venerdì 24 agosto 2018
Docile non è...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento