Cosa richiede il malessere interiore, quale
cura? In due parole direi: apertura e intelligenza. Il malessere interiore è
ispirato e tenuto vivo dalla parte più intelligente e lungimirante
dell'individuo, anche se frequentemente ignorata e sottovalutata, anche se
malintesa e spesso bistrattata. Il profondo, l'inconscio non cessa di avanzare
proposte intelligenti, ispirate non già dalla preoccupazione di sistemare alla
bell'e meglio le cose, di mantenere integro e in buona forma, di dare conferme
a un modo di procedere e un'idea di se stessi imperanti, che non vorrebbero
intralci, che si considerano insostituibili, ma viceversa dal proposito di
parlar chiaro e sincero, di non tacere contraddizioni e vuoti, di spingere
verso cambiamenti importanti, fedeli a se stessi profondamente e dalle solide
fondamenta. L'inconscio non è perso dietro illusioni, vuole non seppellire la
consapevolezza, vuole che adulti si diventi nel segno di dare al mondo il
proprio e non di farsi dire cosa inseguire e come essere per ricevere conferma
o plauso. L'inconscio vuole consapevolezza, vuole che ci sia crescita vera, è
un pungolo, è un maestro esigente, cui non fanno difetto il coraggio e la
determinazione, l'intelligenza e la saggezza. Per corrispondergli, per non
remargli contro è necessario dare apertura e non chiusura ostile e pregiudizio.
E' necessario disporsi a conoscere e a capire, a fare un lavoro attento e
approfondito, senza scorciatoie e senza inganni, senza semplificazioni, senza i
bluff e gli imbrogli del ragionamento, del modo di pensare razionale, che non
ha supporto e che non cerca guida nel sentire. Ci vuole intelligenza, perchè è
sul piano del pensare intelligente e riflessivo, che guarda (come guardandosi
allo specchio, riflessivamente) nell'intimo di se stessi e della propria
esperienza, che si muove l'inconscio, che si svolge la sua iniziativa, che si
esprimono sia i sogni che i vissuti, gli stati d'animo e le emozioni, che tutto
il corso della vicenda interiore, che l'inconscio regola e governa. La cura del
malessere e della crisi interiore, il prendersi cura di se stessi in due
parole: apertura e intelligenza. Quanto manchino nei modi di prendersi cura più
abituali, nei metodi di cura più frequenti è sotto gli occhi di tutti. Ne sono
esempio l'utilizzo sempre più esteso di psicofarmaci, cioè di armi
chimiche per tentare di mettere a tacere e in riga come fossero bizzarrie e
assurdità, anomalie e disturbi, i richiami e i segnali interiori intelligenti
(anche se sofferti, anche se non piacevoli), la proposta assai diffusa di
psicoterapie direttive, che vorrebbero condurre a correggere e a riplasmare le
risposte interiori (non comprese nel loro vero significato e intendimento,
assolutamente opportuni e intelligenti) ritenute, senza dubbi e esitazioni,
"disfunzionali", cioè immotivate, irrazionali, sfavorevoli. Il
malessere interiore, vissuto e interpretato spesso (da chi lo vive, ma anche
anche dai modi delle cure prevalenti) come presenza nemica, come minaccia e
ostacolo da eliminare, se ben compreso in ciò che vuole dire, promuovere e
aprire, va contro e attenta in realtà a un'unica cosa, alla chiusura mentale e
al rifiuto di spendersi per se stessi in coraggio e in intelligenza.
venerdì 17 giugno 2016
Apertura e intelligenza
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