Quando la scienza della psiche, lo fa spesso, mette in campo teorizzazioni circa gli svolgimenti interiori, che a un attento esame si avvalgono di preconcetti e di discriminanti, di distinguo tra ciò che è sano o insano, funzionale o disfunzionale, si rivela essere quanto di più lontano dalla vera scienza, che ha come scopo di aprire lo sguardo, di riconoscere, senza pregiudizio e rispettosamente, il senso di ciò che la vita interiore propone, scienza come ricerca, mai definitiva, soprattutto mai fondata su affermazioni di principio e su attribuzioni di significato date per scontate. Chi, non importa con che titolo di esperto, presume di sapere già e, rivolgendosi all'intimo, pretende di stabilire sul suo conto cosa sia valido o funzionale, cosa vada interpretato come alterazione e come tale spiegato, messo sotto trattamento e raddrizzato per renderlo conforme alle aspettative e alle pretese di buona resa e perchè comunque non la intralci, in nulla mostra di aver capacità di rapporto e di comprensione del significato e del valore della vita interiore. Possono essere varie e sofisticate le elaborazioni di questa presunta scienza psicologica, che di volta in volta se ne esce con le sue mirabolanti scoperte circa i perchè e l'origine chessò dell'ansia, piuttosto che della depressione o altro. Tutto l'elaborato si muove nelle guide di ciò che si dà per scontato. Sono i trucchi di una scienza non scienza, che sa come farsi forte delle affermazioni che fa, poggiando su premesse indiscusse, su postulati mai messi in dubbio. I teoremi questa scienza pseudoscienza sa come metterli assieme e rifinirli, dando loro la veste di scoperte ben solide e provate, lo fa con agio e avendo vita e credito facile dove prevalga, come accade assai spesso, nel pensato comune, l'ignoranza e la lontananza dalle vicende interiori, dove già lì, nella testa dei più, ci siano le basi di quei principi di normalità e di ricerca delle soluzioni, che paiono più che legittimi e desiderabili, fuori discussione, della bontà della correzione trattamento di ciò che appare come guasto e disturbo, ostacolo e anomalia. La scienza pseudoscienza sposa per intero queste premesse presenti nel pensato comune, fa un lavoro fine di elaborazione, ma elaborando il senso comune. L'interiorità, ciò che vive nell'intimo di ognuno, non è un oggetto, non è un congegno da indagare, da gestire e controllare, piegato nel suo essere alle aspettative d'ordine e alle pretese di gestione della parte conscia e di chi se ne fa portavoce. L'interiorità è presenza viva e intelligente, propositiva e dotata di un attributo fondamentale, che è la capacità di ricerca e di riportare di continuo al vero, di salvaguardare in questo modo libertà di giudizio e di pensiero contro la tendenza all'oscuramento della visione nel preconcetto e nelle spiegazioni di comodo circa i significati della propria esperienza e del proprio agire. Se la parte conscia pensa che tutto stia nelle sue capacità di discernimento e non vede che il suo orizzonte è già delimitato, che il suo pensiero è già incardinato su basi mai verificate di attribuzioni di significato prese per buone e ripetute, se non vede che non ha possibilità se non di girare in tondo, di allinearsi ai criteri di riuscita e di realizzazione correnti e prevalenti, la parte profonda è sempre pronta nel sentire a dare richiami, spinte e spunti, interferenze per portare lo sguardo a cercare dell'esperienza e del modo di procedere il senso e il vero, a spaccare la crosta del preconcetto che fa comodo, che blinda ciò che si preferisce credere di se stessi, per comodo, per inerzia. Gli interventi del sentire, come una improvvisa ansietà e insicurezza, come un impaccio, una brusca caduta di padronanza e di fiducia nel saper dire o fare, come uno svuoto di interesse e l'inaspettato venir meno del sostegno interno, dunque come un ostacolo o un inciampo nell'esecuzione e nel proposito di portare a compimento un'iniziativa, prontamente giudicati da chi ne fa esperienza, in modo assai preoccupato, come segni di difetto di funzionamento, di anomalia che rischia di avere un costo di insuccesso e di perdita allarmanti, sono viceversa stimoli e forzature, una sorta di freno all'agire e di aggancio forzato voluto dalla parte profonda, per mettere in primo piano l'istanza di aprire gli occhi, di riflerre e capire, un ben altro interesse da quello della riuscita esecutiva. La parte profonda interviene per fissare un'altra priorità rispetto alla riuscita, per spingere l'attenzione e lo sguardo su ciò che si sta facendo e perseguendo, per comprenderne il perchè, il fondamento, lo scopo, ciò che lo muove e che implica per se stessi, per riconoscere delle questioni, tutt'altro che banali, dei nodi importanti circa il proprio modo di procedere su cui lavorare. Di simili interventi messi in atto dalla parte intima ne risente di certo la esecuzione e la messa a segno di un proposito, ma, sapendo leggere e comprendere il senso, si può capire che è proprio in virtù di questi interventi e interferenze che è messa in primo piano l'importanza e l'urgenza di aprire gli occhi, che è aperta la strada alla presa di coscienza, alla conoscenza del vero di se stessi, che ai fini della crescita personale e dello sviluppo di pensiero proprio e autonomo sono una vera manna. L'apparato della cura e della cosiddetta scienza psicologica che le fa da supporto , è pronto a offrire soluzioni nel verso del tentare di sedare e correggere risposte emotive giudicate sfavorevoli e anomale con psicofarmaci o mettendo a disposizioni interventi di psicoterapia dell'aggiustamento del disfunzionale, così bollando con termine tecnico ciò che già l'individuo considera sbagliata e difettosa risposta da superare, oppure offrendo indagini sul passato per cercare presunte cause all'origine del comunque in partenza giudicato distorto modo di sentire. Trova così convalida e soddisfazione ciò che l'idea comune e prevalente considera auspicabile e necessario. Tutto pare corretto e ovvio, ma non è detto che la verità sia quella che è nella testa dei tanti e che la cosiddetta scienza psicologica in molte sue affermazioni ribadisce, contribuendo a renderla più salda e garantita. Se non si comprende il vero significato della vita interiore, se viceversa si presume di sapere già e di mettere tutto in subordine a idee e a aspettative che vogliono solo spingere tutto di se stessi nella solita direzione del dare prova, del mettere in atto capacità di riuscita nel verso preso per buono da esempio e prassi comune, come se in quest'unica accezione e verso andasse intesa la realizzazione di sè, ecco che sull'interiorità si compiono solo azioni di pregiudizio, di manipolazione e di, più o meno grossolana, presa e controllo. Non si comprende che senza la parte intima di se stessi, di cui spesso non si conosce nulla, si è ciechi e in balia di andamenti affatto liberi e consoni a sè, di un procedere dove a farla da guida e da garante è altro da sè che nell'esempio e nei modelli comuni dà le guide così come le convalide. La scienza pseudoscienza ben omogenea al credo dominante, alla concezione e visione a senso unico dell'uomo e della sua realizzazione, sorda e indisponibile a comprendere il significato e il valore dell'esperienza intima e della componente interiore profonda, che fraintesa e piegata al ruolo di componente che deve stare in ordine e al passo con la concezione a senso unico, rischia di essere strumento di travisamento, comunque di rinforzo della incomprensione e della mancata intesa dell'individuo con la sua parte profonda. Senza il contributo della sua parte profonda, che sola ha la capacità di liberare il suo pensiero dall'incastro del preconcetto, monco di questo contributo fondamentale, l'individuo è senza guida propria e capacità di affrancarsi dalla visione a senso unico, di vedere con i propri occhi e di costruire, di generare e far vivere il suo autentico.
mercoledì 7 agosto 2024
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